È un po’ che non faccio delle recensioni dei libri che leggo, l’ultima è stata ancora in riferimento alle letture di novembre 2020.
Fra dicembre e aprile di libri me ne sono passati sotto il naso un bel po’, e confesso che è stato difficile decidere quali mettere “in primo piano”.
Ho pensato quindi di selezionarne tre “per campo”, così da dare un po’ di varietà alla selezione e magari preparare il terreno al prossimo post (che nelle intenzioni, si dovrebbe scrivere ogni mese): d’altronde, quando si parla di letture, la staticità non aiuta mai 🙂
Uno dei mondi che sto esplorando è quello della narrazione sportiva (cosa che qualche mese fa mi ha portato ad arrivare anche in libreria): cosa che mi ha avvicinato nuovamente al calcio e a tutto ciò che ci ruota attorno.
Le mie letture di maggio
Un aspetto che sto approfondendo è in particolare l’universo legato al business: per questo, un libro come Calcionomia. Economia, segreti e curiosità del calcio mondiale di Simon Kuper e Stefan Szymanski risulta essere una lettura indispensabile per approfondire tutto ciò che sta diventando lo sport più bello del mondo, dal punto di vista organizzativo, economico, e anche sportivo, considerato che molte delle trasformazioni che si stanno verificando impattano direttamente sui giocatori, i tecnici e l’organizzazione della componente sportiva delle società.
Nello stesso ordine con cui ho acquistato questo testo c’erano anche altre letture sul tema: ma ve ne parlerò nel prossimo post 😉
Il secondo libro è uscito grazie a un editore che mi sta molto a cuore (per almeno tre buone ragioni), ed è scritto da due professionisti che stimo: Alessia Canfarini e Alessandro Giaume:
Human Capital 4.0 è un libro di quelli che dovrebbero stare sulle scrivanie di tutte le prime linee in azienda, dato che esplora come le aziende debbano accodarsi a un cambiamento che ormai non è più procrastinabile. Un testo certamente utile non solo per chi è già “dentro” questa fase, ma anche per chi sta cominciando a evolversi.
Infine, l’ultimo libro è un testo che oggi non è più in catalogo: Un’arancia a Orologeria (A Clockwork Orange) che il grande pubblico ha imparato a conoscere come Arancia Meccanica.
È capitato per caso che su un canale televisivo generalista facessero una retrospettiva del mio amato Stanley Kubrick, e con riflesso pavloviano abbia rivisto le prime scene del noto film e mi sia accesa una lampadina: non avevo mai letto il libro.
Così, ho cominciato a cercare scoprendo a malincuore che l’ultima edizione pubblicata da Einaudi era fuori produzione già da qualche anno. Così ho cominciato a indagare un po’ sui siti di seconda mano, (questo anche per deformazione professionale), e ho trovato una copia usata risalente a tanti anni fa. Si tratta infatti di un’edizione del 1972, la seconda italiana, sempre di Einaudi.
La cosa meravigliosa è che oltre a essere tenuta in perfette condizioni, nel frontespizio c’è una scritta riportante il nome della precedente proprietaria e la data in cui, si presume, ne è venuta in possesso: 26 luglio 1975.
Non ho l’abitudine di scrivere sui libri la data in cui li acquisto: però c’è da dire che rende il possesso di un oggetto che non passerà mai di moda una faccenda veramente magica.
Nel mio caso, forse potrei far riferimento a questi post sul mio blog 🙂
E voi, cosa state leggendo? Scrivetemelo, se vi va. Magari potrebbe saltar fuori una bella sinergia.